Ho osservato con attenzione le opere di Stefania Barbini, mi sono ritrovato di colpo in un mondo al contempo fantastico e concreto, soprattutto per una gestione attenta della cromia, dettato il tutto da un insieme di realtà e di sogno. Sono fantastici i gabbiani che a coppia come in un amor fatale si liberano in un cielo privo di nuvole, quasi che fossero in contrasto con il loro incedere. La luce delle marine è sapiente ed equilibrata, in cui l'osservatore ritrova se non stesso, sicuramente emozioni e ricordi trascorsi. Tutto questo potrebbe per un qualsiasi artista essere considerato un punto di approdo, per Stefania Barbini no, nonostante la sua giovane età il legame al semplice naturalismo, anche se di grande spessore, non basta, si mette in gioco non solo con tecniche rivoluzionarie per il contesto livornese, ma si spinge alla ricerca di soggetti inesplorati, riesumando dall'inconscio momenti di profonda riflessione.
Il filo conduttore della sua arte è certamente l'amore per la vita che si decodifica nelle opere in un prorompente sentimento per ciò che la circonda; che sia il mare o un tramonto poco importa, tutto e' legato da un sentire piacevole e realizzato con il pianeta.
L'aver trovato finalmente in una città avara come Livorno, che non concede quasi nulla al nuovo, un'artista che si metta in discussione e scommetta sul proprio talento, è da considerarsi un vero e proprio avvenimento.
Auguri vivissimi per il suo lavoro che potrà dare lustro ad una città troppo fossilizzata sul passato. Sarà una sfida che con abnegazione saprà vincere.
Carmignani Elio, appassionato di arte